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I Sertorelli tornano a Garmisch; con loro gli Alpini

14 febbraio 1936-2011

I Sertorelli tornano a Garmisch; con loro gli Alpini

14 febbraio 1936

Il quartetto composto da Enrico Silvestri, Luigi Perenni, Sisto Scilligo e Stefano Sertorelli, conquistò il primo posto nella competizione dedicata alla pattuglia militare a squadre, evento dimostrativo inserito nel calendario dei Giochi Olimpici di Garmisch-Partenkirchen.

Il Capitano Enrico Silvestri guidò gli Alpini alla medaglia d’oro davanti a finnici e svedesi: i tedeschi furono solo quinti, due di loro sarebbero caduti sul fronte russo nel ’42.

Della pattuglia italiana facevano parte anche il sergente l’altoatesino Luigi Perenni (realtà si chiamava Alois Prenn, ma allora i nomi altoatesini furono italianizzati) e due Alpini, l’ossolano Sisto Sciligo ed il bormino Stefano Sertorelli.

 

14 febbraio 2011

Ancora a Garmisch, griffata per la disputa dei Mondiali di Sci Alpino 2011, la famiglia Sertorelli ha promosso una mostra celebrativa del 75° di quell’oro olimpico che seppe illuminare l’Italia.  
Chalet Italia ha ospitato una mostra multimediale dedicata al “Sogno d’oro di Stefano Sertorelli” con una collezione di documenti, oggetti e audiovisivi dedicati alla straordinaria avventura dei Giochi 1936, ma anche frammenti di vita e sport che riguardano il grande sportivo bormino.
La mostra, aperta dalla signora Piera – vedova del compianto Stefano scomparso nel 1994 – accompagnata dai figli, Elvio, Marco e Stefania e da numerosi nipoti ed alla quale hanno partecipato i vertici della FISI, personalità del mondo dello sport e del giornalismo, è stata illuminata dall’arrivo di Christof Innerhofer e Peter Fill, medaglie d’argento e di bronzo conquistate nel pomeriggio nella disciplina alpina della combinata e dal 6°piazzato Paolo Pangrazi.

L’azzurro è stato ulteriormente tinto dalla presenza delle slalomiste Manuela Moeggl, Federica Brignone e Daniela Merighetti e dal indimenticato campione Pierino Gros oltre al transalpino Luc Alphande.

Ad illustrare la mostra e le straordinarie consonanze legate al 14 febbraio – anche Pierino Gros vinse l’oro olimpico nel 1976 – il telecronista RAI Carlo Gobbo (alpino).

Nel corso della serata il Col. Marco Mosso, Comandante del Reparto Attività Sportive di Courmayeur, fucina di atleti dell’Esercito, ha svelato alcuni accorgimenti tecnici adottati  dalla pattuglia di Fiamme Verdi nella splendida impresa del 1936 e consegnato omaggi alla signora Piera.

Analogamente il Presidente della Sezione Valtellinese di Sondrio, Ettore Leali, presente con una rappresentanza di penne nere bormine, ha manifestato la piena sintonia di sentimenti alpini con il “Sogno d’oro di Stefano Sertorelli”.

Al termine dei Mondiali di Garmisch la mostra ha sede in Valtellina, a Bormio, dove i concittadini di Stefano Sertorelli e tutti gli appassionati di sport e di montagna potranno rivivere la grande passione di un  grande sportivo.

La letizia azzurra e quella scarpona per l’evento ha reso indimenticabile l’appuntamento con la storia a Garmisch.

I Sertorelli e gli Alpini

La maggioranza dei fratelli Sertorelli, Erminio, Stefano, Giacinto e Pierino, fecero parte del gruppo degli alpini fin da giovanissimi.

Fu infatti la loro adesione al gruppo sportivo che gli permise di allenarsi e distinguersi nella scuola Militare Alpina di Aosta come sciatori.

Partecipando alle varie competizioni atletiche, la squadra di Bormio (Sertorelli, Confortola e Alberti) si distinse nei Campionati Nazionali A.N.A. del ’31 arrivando al 3° posto. L’anno successivo, invece, gli alpini Valtellinesi capitanati da Erminio e con Stefano in squadra, si distinsero proprio in questi Campionati arrivando primi.

Fu scelto proprio il gruppo militare degli Alpini, e nello specifico la Scuola Militare Alpina (S.M.A.) di Aosta, con Stefano in squadra, per la partecipazione alla gara della “pattuglia militare a squadre” alle Olimpiadi di Garmisch del ’36, perché solo chi militava in questo Corpo possedeva i requisiti necessari: saper sciare, scalare e sparare.

 

L’oro di Garmisch

I successi nello sci alpino di Stefano Sertorelli lo fecero considerare tra i possibili candidati per le Olimpiadi Invernali del 1936, e in vista dell’evento già nel 1934 fu chiamato a Roma per le sessioni di allenamento presciistico, con l’intermezzo nel 1935-1936, a causa della mobilitazione per la guerra in Africa Orientale.

Fin dal 1934 il nucleo preolimpico della Scuola Militare Alpina di Aosta si allenò duramente sui campi di neve del Sestriere con ritmi sempre più intensi, man a mano che la data della partenza per la Germania si avvicinava.

Per condurre l’impresa si puntò sul Capitano Enrico Silvestri con qualche disappunto degli esclusi perché era un atleta già 40enne.

La preparazione fu condotta scientificamente, studiando attentamente tutte le fasi della gara.

L’alpino Sisto Scilligo, che era stato allenato da un finlandese, consigliò il Capitano Silvestri sul come impostare la preparazione per poter vincere.

Venne suddiviso l’allenamento per le discipline in giornate, proprio come facevano i campioni lapponi.

Si pianificò anche come agganciare il fucile allo zaino-zavorra di 10 kg per risparmiare tempo, e come modificare il fucile. Una nuova divisa militare venne confezionata apposta dal lanificio Zegna del peso di soli 900 grammi, pur mantenendosi esternamente identica.

Stefano fu scelto come componente titolare della squadre grazie a un fiore alpino: il suo compagno di squadra Ettore Schranz si ruppe il braccio cercando di raccogliere fiori d’alta quota e non riuscì a partecipare ai successivi allenamenti.

Il posto che si era liberato divenne di Stefano Sertorelli che non tradì le attese.

di Marino Amonini

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