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Gruppo di Traona-Cerimonia del IV Novembre

Commemorazione del 4 novembre 2014 a Traona

Commemorazione  del 4 novembre 2014   a Traona.

A Traona  come consuetudine  si è svolta  anche quest’anno  la commemorazione del 4 novembre  e in quella occasione  vi è  sempre uno sforzo comune,  almeno per i protagonisti della cerimonia,  di fare qualche approfondimento  storico  su quegli eventi.

E l’occasione   di questi approfondimenti  socio-culturali su questa ricorrenza,ci è stata arricchita dalla consueta presenza alla cerimonia annuale, dell’alpino  traonese del Morbegno Carlo Bonini classe 1922. Il quale nonostante i suoi 92 anni , possiede  ancora una  forma  fisica  e mentale  davvero invidiabile, per cui il Gruppo alpini di Traona , sintetizzando la  storia di guerra dell’alpino Carletto reduce  di Russia, vuole consegnare   all’intera opinione pubblica non solo alpina.,  momenti di grande  e profonda riflessione.

Significando che la storia la fanno certamente  gli uomini,ma non quelli che credono alla guerra al contrario i veri protagonisti sono quelli che credono nell’affermazione  dei veri valori della vita, e gli  alpini con  Carletto ne sono da sempre un degno esempio per tutti.

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La Storia di guerra dell’Alpino Carlo Bonini detto Zulin nato a Traona il 11 Settembre 1922

Dopo un’infanzia felice  e spensierata  in famiglia  nel bel borgo di Traona, il 17 Gennaio 1942  Carlo Bonini detto Carletto appena compiuto 19 anni e qualche mese ,viene chiamato per il servizio militare a Merano  nella Caserma Rossi. nel corpo degli alpini. A Merano comincia l’addestramento militare e immediatamente dopo il fatidico giuramento viene trasferito ad Almese (To) per un addestramento più impegnativo poiché Carletto e altri sono destinati al fronte russo.

Così, il 22 Luglio 1942 si parte in tradotta per il fronte russo  la cui  destinazione  é la zona  montuosa del Caucaso. Dopo Verona si varca il confine  italiano al Brennero entrando in Austria,poi in Polonia , successivamente in  Ucraina, in Bielorussia e infine   a est verso  il Caucaso.

Purtroppo però  il fronte  bellico del  Don  vacilla, la divisione di fanteria Sforzesca  impegnata su quel fronte è in gravissima difficoltà ,per cui  occorrono rinforzi  freschi ,così  Carletto  con altri migliaia di alpini  vengono dirottati sul grande fiume.

Li comincia il vero  battesimo  di guerra ,col grande freddo ma soprattutto col martellante fuoco nemico in quei luoghi Carletto  con i suoi commilitoni   rimarranno fino alla fine di ottobre ,sostituiti  successivamente  in quella  zona di guerra da una divisione rumena. Ma non c’è  tregua per Carletto e per altri migliaia di alpini  così, nonostante la morsa implacabile di un gelo disumano e nonostante il miserabile equipaggiamento militare,  molti del  Morbegno sono costretti a spostarsi  rapidamente più a nord  a circa 70 Km  da  Mosca. Ovviamente anche qui la permanenza  sul fronte è stata inenarrabile tant’è che moltissimi alpini cominciano   a soffrire non solo la fame ma comincia ad avanzare  il problema dei primi grandi congelamenti.

Così tra importanti combattimenti,tra un  freddo sempre più insopportabile, tra il vestiario  e l’armamento  sempre più esiguo e malfunzionante, il 17 Gennaio del 1943, arriva il perentorio ordine di ritirarsi al più presto dal fronte di guerra,  perché ormai l’armata russa è al contrattacco nella riconquista dei suoi territori. Comincia così la lunga marcia di Carletto  e gli altri migliaia di sbandati nella sterminata steppa russa con 20-30-40 gradi sottozero   senza  di “tutto”. L’ultimo grande  e famoso scontro  alla fine di gennaio  a Nikolajevka  e a Warwarowka,  è l’emblema della grande caparbietà   e volontà dei pochi  alpini rimasti ,per  sfuggire ad un più triste destino.

Da li in poi  la  marcia continua  sempre insidiosa e pericolosa   per altri centinaia di chilometri, finchè  Carletto e gli altri  reduci raggiungono prima a Minsk poi  Vienna  ed infine  in Italia a Tarvisio e poi Udine.

Il 20 Marzo del 1943  partenza da Udine per rientrare  a Traona  e riabbracciare finalmente , così’ pensava Carletto,familiari e amici. Ma invece la storia  non era ancora finita per l’alpino Bonini Carlo,infatti  il 1 maggio del 1943 vieni nuovamente richiamato al servizio militare sempre a Merano. Non c’è mai fine per gli alpini ,nemmeno dopo una durissima prova sul fronte russo.

Si riparte quindi, per Merano poi a S. Candido fino al 22  Luglio, quindi a Monfalcone (Gorizia) fino al 15 Agosto. Di  nuovo  su al Brennero con l’incarico di vigilare sui treni  nella tratta da Varna a Fortezza,infine a Silandro  sempre  con la sua  amata 44° compagnia. A Silandro Carletto, ha vissuto fino alla prima settimana di settembre  accampato in una  foresta in prossimità della cittadina altoatesina.

L’evento  storico e tragicomico dell ‘8 settembre  con  le intuibili conseguenze  che  poteva provocare  sulla situazione  nazionale,hanno suggerito a Carletto e a molti altri commilitoni di lasciare con immediatezza  l’alto Adige e tentare un definitivo  e meritato  ritorno a casa. Decisione sofferta ma vincente ,così  a Belluno viene abbandonata  la divisa militare e  indossati  i panni civili,   Carletto Bonini del  5° Reg. Alpino, del battaglion Morbegno e  reduce di Russia,  il 13 Settembre 1943  rimette finalmente  piede nella sua amata  Traona dove ha  potuto riabbracciare  definitivamente tutti i suoi cari.

A me che  da sempre sono stato un suo sincero estimatore ,non mi resta  che  porgere un grandissimo grazie  a nome di tutti, per  il suo immenso coraggio di vita , ma soprattutto per la sua immensa umanità e dignità ,esempio mirabile per molte generazioni.

Lunga vita a Carletto perché  se l’è proprio meritata.

Marco Belli

Gruppo di Traona

Alpino della Julia.

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