La lunga marcia: ricordare per imparare
LA LUNGA MARCIA: RICORDARE PER IMPARARE
E’ questo il messaggio forte della manifestazione organizzata dalle Sezioni di Colico, Como, Lecco e Sondrio dell’Associazione Nazionale Alpini nel periodo dal 08 al 10 febbraio a Madesimo.
RICORDARE le tante, troppe, penne nere ed i soldati di ogni arma e nazione caduti sui campi di battaglia in terra di Russia e dovunque la sete di potere di pochi ha mandato a morire uomini colpevoli solo di credere nella bandiera per la quale combattevano. Nell’ambito dell’iniziativa, che prevede lo svolgersi di eventi commemorativi, sportivi e culturali verrà inaugurata venerdì 8 febbraio, alle 16,00, presso la sala mostre “Carducci” di Madesimo, la mostra “Partitirono cantando, tornarono con le parole gelate nel cuore”. L’iniziativa, che ha per sottotitolo “Quando i soldati italiani scrivevano sull’azzurro: scritti, immagini e documenti della campagna di Russia, 1941-1943” vuole essere un momento di riflessione, per aiutare a comprendere ed IMPARARE la tremenda lezione che la Storia ha dato all’umanità in quella triste pagina della sua esistenza. Imparare, si diceva, ma non dai libri, bensì dalle missive scritte dai soldati del Corpo di Spedizione Italiano in Russia, confluito poi nell’Armata Italiana in Russia. Questi frammenti di vita vissuta, al di là dell’interesse per gli spostamenti e le vicende subite dai reparti, colpiscono particolarmente per i testi delle missive. Un soldato che non riceve posta da casa o che non ha la possibilità di farvi giungere sue notizie si deprime e si intristisce. Per questo motivo i Comandi militari hanno sempre, in qualsiasi tempo, organizzato scrupolosamente i servizi postali, onde poter efficacemente e celermente andare incontro a quello che è un forte desiderio dei soldati al fronte e delle famiglie a casa. La prima cosa che balza all’occhio esaminando questa corrispondenza è la grafia: curata e chiara, con una grammatica ed una sintassi apprezzabili quella degli ufficiali, stentata, irta, quasi rabbiosa, a denunciare la fatica enorme dello scrivere quella dei soldati, dove errori di grammatica e di ortografia rispecchiano il dialetto parlato dal mittente. Le frasi che aprono e chiudono le lettere sembrano fabbricate in serie: sono le frasi imparate a scuola, si direbbero coniate da un unico maestro. Molti utilizzano le cartoline in franchigia: poche frasi fatte, la lontananza misurata con i giorni di viaggio e basta…man mano che il distacco aumenta diventano insistenti le richieste di preghiere, denunciano smarrimento, paura, pericolo, fame. A volte si leggono frasi allegre, forse troppo: scrivere e nascondere la verità è difficile. Su tutti gli scritti veglia implacabile la censura, con le sue rigacce nere che tagliano il filo del discorso e cancellano le parole “proibite”; ecco allora i trucchi ingenui per beffarla: nelle frasi qualunque si inseriscono indicazioni sul luogo da dove si scrive, si ricorre ai proverbi, alle allusioni, al dialetto, le frasi più intime vengono persino scritte sotto il francobollo. Accanto alle trionfali e retoriche parole del Duce e del Re dalle cartoline in franchigia echeggia, rendendole veritiero documento, il discorso del soldato che si lamenta, che invoca pane, francobolli e carta per scrivere (…il pane dell’anima…), lacci per le scarpe, tabacco maglie e calze di vera lana, polvere pidocchicida, preghiere o messe. Un’altra differenza lampante appare tra chi scrive dalla prima linea e chi è nelle retrovie: chi rischia la pelle non ha né tempo né voglia di scrivere. Eppure ogni missiva, ogni riga, ci racconta qualcosa di “…QUANDO I SOLDATI ITALIANI SCRIVEVANO SULL’AZZURRO…”. La mostra, organizzata in collaborazione con il Circolo Culturale Filatelico Numismatico Morbegnese sarà visitabile sino al 18 febbraio, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19; nei giorni feriali dalle 16 alle 19. Nel pomeriggio di sabato 9 febbraio, presso il ristoro “La Sorgente”, sempre a Madesimo, sarà possibile visitare postazioni di soldati italiani, tedeschi e russi, dove figuranti in divisa d’epoca mostreranno ai visitatori quella che era la vita dei combattenti nel terribile inverno 1942-43.
Il Collezionista