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ADUNATA DEL CUORE

ADUNATA DEL CUORE

Alpini per l’Italia unita

 

 

La grande Adunata alpina, un impegno di passione che si rinnova da 90 anni, ha assunto valori straordinari nella ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dalla proclamazione del Regno d’Italia. A Torino, pavesata a festa in una sinfonia tricolore destinata a ripetersi nei raduni delle altre Associazioni d’Arma, tutti programmati nel capoluogo piemontese, gli Alpini hanno dato vita all’ennesima partecipazione da primato, con presenze complessive che sono state valutate in mezzo milione e con la tradizionale sfilata protrattasi per undici ore fra l’incessante entusiasmo del pubblico.

Si deve sottolineare che il motivo ricorrente negli striscioni che hanno percorso le vie della città assieme ad un numero impressionante di bandiere, di gagliardetti ed a tutte le Medaglie d’Oro del patrimonio alpino, è stato quello dell’unità: non solo nella pur doverosa chiave storica, ma prima ancora, nel riferimento etico. Oggi, il valore unitario per cui si batterono gli Eroi del Risorgimento fino al sacrificio della vita è posto ripetutamente in discussione; ed allora, ben venga il richiamo degli Alpini, espressione di un’alta coscienza umana e civile riconosciuta da tutti.

Uno striscione esortava l’Italia a “piangere” perché ne ha valide motivazioni, ma tanti altri, insistendo sulle tradizioni di solidarietà e di amore patrio che sono state sempre nel pensiero e nel cuore degli Alpini, traducendosi in fatti concreti, hanno espresso una consapevole fiducia nel futuro: “non basta dire viva l’Italia ma bisogna fare il bene dell’Italia”, come stava scritto in un messaggio particolarmente applaudito.

Si può e si deve comprendere l’amarezza di chi vede la Patria in condizioni tanto difficili, ma gli Alpini, nei 139 anni della loro vita gloriosa, sono stati sempre capaci di coniugare al meglio il nobile sentire con il forte agire. Lo faranno anche stavolta, fedeli all’impegno che hanno rinnovato a Torino.

La grande folla che ha fatto ala al passaggio degli Alpini ha risposto con adesioni convinte e vorremmo aggiungere, con un affetto che ha radici lontane e si consolida visibilmente col passare del tempo: in questo caso, la cosiddetta maggioranza silenziosa diventa tangibile, facendosi udire chiara e forte, se non altro col fragore incessante degli applausi e lo sbandieramento dei nostri “santi colori”.

Momenti di particolare commozione sono stati suscitati, come sempre, dai reparti in armi, dalle penne mozze, dalla lunga successione delle Sezioni estere (che hanno raggiunto un nuovo massimo) e da quella di Fiume, Pola e Zara che secondo la tradizione ha aperto la sfilata degli Alpini italiani, con il celebre striscione inaugurato dall’impareggiabile don Luigi Stefani, Esule dalmata e Cappellano della Julia, nell’Adunata fiorentina del 1957.

A proposito di Istria e Dalmazia, si deve porre in luce che anche a Torino è stata riproposta, come nelle precedenti Adunate, la presenza delle loro bandiere lungo le transenne, sia per ricordare l’ingiusto sacrificio di quelle terre da sempre italiane, sia per esprimere il ringraziamento giuliano, fiumano e dalmata a chi si era generosamente battuto per la loro difesa: senza fortuna, come sta scritto in un grande Sacrario della Patria, quello di El Alamein, ma con indiscusso valore.

A titolo di esempio, fra i tanti Alpini che hanno onorato quelle bandiere con un vibrante saluto d’ordinanza, e non solo, è motivo di profonda soddisfazione rammentare coloro che, uscendo significativamente dalle righe, hanno manifestato sentimenti davvero autentici salutando l’Istria “italiana, sempre, sempre, sempre” (Lombardia) od inchinando il gagliardetto del proprio Gruppo davanti al vessillo istriano (Sardegna).

E poi, come non ricordare, fra i tanti invalidi che hanno voluto onorare l’Adunata con un intervento proveniente prima di tutto dal cuore, quell’Alpino novantottenne reduce dall’Abissinia che ha sfilato ancora una volta nella sua carrozzella? Come non menzionare i superstiti della campagna di Russia, che hanno sfilato, come affermavano tanti striscioni, assieme agli innumerevoli commilitoni tragicamente Caduti? Come non dire della Protezione Civile, intervenuta a tempo di record nell’Abruzzo vittima del sisma, o del Sindaco di Fossa che ha voluto attestare visibilmente il sentito grazie del suo Comune e della sua gente?

Tutti avrebbero diritto ad una citazione: se non altro, per gli occhi limpidi che incrociavano lo sguardo di quanti, ai lati della sfilata, avevano portato in dono agli Alpini un’adesione tutt’altro che formale ai loro valori di giustizia, alla loro capacità di donare, e proprio per questo, al loro genuino impegno patriottico. Tutti, in ogni caso, hanno diritto ad un grande abbraccio ideale, che intende testimoniare la riconoscenza dell’Italia.

Carlo Montani

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