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La nostra storia

La ricostruzione

Il 1946 vede la rinascita dell’Associazione: ne è presidente Ivanoe Bonomi e con lui si riorganizzano le Sezioni, ritorna la pubblicazione de “L’Alpino”; il tesseramento del 1947 conta 13.478 iscritti. C’è una gran voglia di dimenticare gli orrori della guerra e ritrovare lo slancio per una rinascita morale, sociale ed economica. Alcuni protagonisti della grande guerra e molti reduci del secondo conflitto, affratellati da quella dolorosa esperienza riannodano pazientemente i fili spezzati del cammino associativo e finalmente la Sezione Valtellinese risorge. E’ Giulio Faggi, classe 1886, alpino volontario allo Stelvio a tessere i primi incontri, ad animarne il risveglio. Si attiva un paziente lavoro diplomatico che porta in pochi mesi alla riformazione dei gruppi di Morbegno, Bormio, Tresivio, Ponte Valtellina; Chiavenna forma Sottosezione ed intende mantenere un filo diretto con la Sede Nazionale. L’entusiasmo della penna nera porta alla costituzione di un Coro ed una Fanfara Alpina. Quasi con un senso di rimozione dei patimenti, delle umiliazioni e delle privazioni subite nelle tragiche tappe che hanno segnato oltre cinque anni di conflitti, gli Alpini con grande slancio e sacrifici personali organizzano concerti e raduni, si buttano in scarpinate e gite, si stringono uniti nelle cerimonie commemorative promovendo comitati per realizzare monumenti e tempietti per ricordare i commilitoni scomparsi e per sciogliere i voti pronunciati nei giorni delle sofferenze più acute e tragiche. Anche il coinvolgimento del capoluogo è ampio; si bussa a commercianti ed industriali, si fa leva su impiegati e professionisti nel comune denominatore della penna per dar vita ad una frenetica voglia di normalità, di serenità.
La ricostruzione sociale ed economica passa anche attraverso i momenti conviviali, si diffonde anche con i concerti del Coro e della Fanfara Alpina; qualche fiasco di troppo riduce la melodia ma aumenta la simpatia anche dei più virtuosi. L’impegnativo ruolo di riordinare le file, nelle vesti di Presidente Sezionale, come abbiamo visto nelle note de L’Alpino, passa rapidamente da Giulio Faggi a Fulvio Pedrazzini che in breve affida l’incarico a Gino Azzola che regge la Sezione fino al 1965.
La passione e l’entusiasmo del Presidente contagia l’ambiente e si traduce con la fondazione di nuovi ed importanti Gruppi e con la formazione della Fanfara Alpina e del Coro Alpino di Sondrio; spicca il lavoro organizzativo del Segretario Benvenuto Menegon, meticoloso e infaticabile collaboratore del Presidente; nei tradizionali incontri conviviali, nei Raduni o nelle rituali commemorazioni brilla la collaudata oratoria dell’avv. Pedrazzini, carismatico capitano protagonista nei due conflitti mondiali, una Medaglia d’Argento e due di Bronzo V.M. Va sottolineata la rassicurante e luminosa presenza nelle file alpine della Sezione del Ministro valtellinese Ezio Vanoni.
L’illustre esponente politico morbegnasco che ha un ruolo preminente nella delicata fase del dopoguerra italiano ha radicati legami con gli alpini; ne è S. Ten. al 5° Reggimento, Btg. Tirano negli anni 1925-1927. Benché stretto dai molteplici impegni governativi non dimentica il cappello alpino; nel 1952 è nominato Presidente Onorario della Sezione Valtellinese, Vicepresidente Athos Valsecchi, altro esponente di spicco della politica nazionale. Nel febbraio del 1956 scompaiono due luminose figure alpine care non solo ai valtellinesi; il 16 l’improvvisa morte del Ministro Ezio Vanoni in Parlamento lascia sgomenta la valle ed un doloroso lutto nella Sezione che perde il suo Presidente Onorario. Il 28 si spegne Don Carlo Gnocchi, il Cappellano della Tridentina, l’esile figura di S. Colombano al Lambro che ha giganteggiato in carità ed amore al prossimo seminando esempi ed opere che ancor oggi producono frutti di rara bellezza; veri e propri miracoli di umanità che lo sospingono nella eletta schiera dei Santi.

L’A.N.A. valica i centomila soci; anche in Sezione si incrementano gli associati che dai 377 alla ricostituzione superano ora il migliaio. Nell’assemblea del 1965 il Magg. Celso dell’Orsina, già Comandante della Scuola Paracadutisti di Tarquinia, poi a Brunico, viene eletto Presidente della Sezione per un triennio che si rivela cruciale; nel 1967 alcuni esponenti nell’intento di aumentare adesioni e rivitalizzare i Gruppi danno vita alla Sezione Valtellinese di Tirano. L’esordio della Sezione di Tirano, che ha eletto primo Presidente Gianluigi Bonisolo, è di grande effetto; organizza il 17 settembre 1967 il primo Raduno del 5° Alpini e del Batt. Tirano davanti alla gloriosa caserma Torelli che poco dopo è cancellata da un incalzante sviluppo urbano.

Nel 1968 il Magg. Arnaldo Negri, viene eletto Presidente e forse anche per ribadire la vitalità della Sezione di Sondrio mobilita Consiglio e Gruppi per ospitare il 15 settembre 1968 il Raduno del 5° con un ricco programma di cori, cerimonie, discorsi ed anche un gradevole libretto che raccoglie alcune testimonianze dei protagonisti dei tragici conflitti.

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