Navigazione veloce

La nostra storia

L’alluvione del 1987

Un sottile segno del destino legò temi e protagonisti di quella intensa settimana alpina (pioggia, protezione civile, alpini,A.N.A.) a quanto successe dopo qualche mese allorché, nel luglio ’87, la Valtellina fu flagellata da incessanti piogge che, associate ad elevate temperature, fecero detonare frane, alluvioni e dissesti di portata storica e dolorosi lutti. Scattò l’emergenza e con essa si tornò a parlare di Alpini. I giorni funesti del luglio ’87, aldilà di tante altre considerazioni, segnarono un altro momento significativo della solidarietà alpina. La mobilitazione degli interventi vide subito anche gli alpini all’opera; molti i volontari che accorsi da ogni provincia portarono nei giorni successivi ai drammatici eventi il loro generoso contributo animati da nobili sentimenti ed operose mani. Dalla copiosa rassegna stampa prodotta sugli eventi riportiamo un brano dell’articolo del nostro Presidente Nazionale Leonardo Caprioli, che legittima l’orgoglio di essere alpini. “In Val Fontana mi hanno preparato una poesia: poi una voce precisa che la mia visita è costata un’ora di lavoro in meno. Vengo via con il cuore gonfio di commozione. A Le Prese saluto un maresciallo di Tolmezzo, reduce di Russia; mi dice: “nel ’76 ho perso la mia casa e lassù, nel cantiere, c’erano i valtellinesi”. Ha 72 anni! Ritengo un grandissimo onore essere presidente di uomini come questi: pare sorgano dal nulla, come per miracolo, ma qui in Valtellina ho avuto la conferma che ciò che per quasi tutti gli altri è solo un sogno per noi è una splendida realtà. Un amico carico di onori, di guerra, di decorazioni, di alpinità racconta che durante la guerra d’Albania, scendendo con i suoi alpini dal Tamari, a un fante che chiedeva da dove venissero un alpino rispose: “Veniamo da sempre”. Con legittimo orgoglio ritengo di poter dire che gli alpini “saranno sempre “.
Non sempre ripagati nemmeno da un gesto, da una gratifica morale, gli alpini hanno comunque suscitato tanta ammirazione; il carattere chiuso dei valtellinesi, la confusione dei momenti ha fatto sì che non sempre questa ammirazione sia stata esternata; ci ha pensato l’alloro Prefetto Giuseppe Piccolo che esprime…sento l’imperioso dovere di ringraziare, a nome di tutta la struttura della Protezione Civile, nonché delle tribolate popolazioni valtellinesi, codesta cara e amata Associazione per la pregevolissima opera di soccorso prestata dagli alpini in occasione della grande emergenza che ha colpito questa provincia.
L’opera degli alpini, come sempre, è stata ancora una volta pronta, magistrale nella proprietà degli interventi, di rara efficienza operativa e, soprattutto, umile, silenziosa, capillare, permeata da quel generoso spirito umanitario che è patrimonio ormai storico degli alpini, e tale, comunque, da importo all’ammirazione incondizionata di tutti ed all’amore della nostra gente di montagna. Varrebbe la pena di raccontare le tante piccole storie ascoltate, legate a queste drammatiche giornate; ciascuno ha la sua, intima, personale, ma se ne potrebbe scrivere un intero libro.

Questi i “numeri” dell’”Emergenza Valtellina 1987″

Giornate lavorative: Sondrio 5970 – Tirano 2.650 – Asti 76 – Bassano 214 – Bergamo 582 – Biella 433 – Brescia 148 Como 241 – Conegliano 80 – Cremona 8 – Genova 57 – Intra 19 – Lecco 39 – Milano 144 – Modena 82 – Monza 14 – Padova 54 – Reggio Emilia 50 – Salò 67 – Pordenone 24 – Torino 139 – Trento 182 – Treviso 53 – Trieste 144 – Udine 438 – Valdagno 65 – Valdobbiadene 103 – Susa 53 – Verona 488 – Cuneo 30 – Cadere 28 – Ancona 21 – La Spezia 15 – Imperia 43 – Vicenza 15 – Mondovì 40 – Casale Monferrato 37 – Palmanova 25 – Cividale 48 – Ivrea 3 – Volontari non alpini 717.
Giornate lavorative in Valtellina: 13.728 + 594 in Val Brembana
Totale giornate: 14.332 Totale ore lavorate: 114.576
Prezzo orario L. 22.000 (ricavato dai bollettini prezzi delle opere edili in vigore nella provincia di Bergamo)
Totale L. 2.520.772.000

Con una cerimonia contenuta e discreta il 2 aprile 1988 il Vicepresidente Nazionale Gandini consegnò il frutto, di una sottoscrizione alpina: 176 milioni che beneficiarono 55 alpini della Sez. Valtellinese, 12 della Sez. Tirano, 8 della Sez. Vallecamonica, 3 della Sez. Bergamo. Nelle due zone d’intervento ecco il contributo offerto delle Sezioni A.N.A.

Anche gli Alpini di leva intervennero per l’emergenza in Valtellina.

Significativo il bilancio stilato dal Ten. Alfredo De Ponzo che comandò gli Alpini sotto naja a Malles prontamente organizzati ed intervenuti a Valdisotto, Bormio e Valfurva con 150 uomini e 20 automezzi della 49″ Compagnia poi avvicendati dai 50 uomini e 9 automezzi della 48° Compagnia. Complessivamente gli Alpini del Tirano, fornirono 4.000 giornate lavorative per un totale di 32.000 ore, mobilitando per oltre 50 giorni un gran numero di automezzi e apparati radio. Lo sforzo logistico e organizzativo benché oneroso non ha arrestato il Battaglione: pochi giorni dopo il rientro in sede tutta l’unità è partita per un’esercitazione, lasciato il badile l’Alpino riprende le armi… MAI TARDI AL TIRANO! Imponente anche l’apporto fornito dalla 63° Compagnia del Battaglione Alpini “Bassano” di S. Candido calato in valle con 250 uomini su 40 automezzi e dislocati a Grosio, Sondalo e Bormio, che..si sono trovati veramente in prima linea sul fronte dell’emergenza, testimoni di ore drammatiche, vissute con la sfortunata gente del luogo… ma la loro fatica era ampiamente ricompensata dalla sincera amicizia e spontanea riconoscenza della gente del posto, che lavorava e collaborava con loro.Il 20 luglio sono già operativi a Tirano gli Artiglieri da Montagna del Gruppo Bergamo che intervengono prima sul Poschiavino quindi sugli argini dell’Adda, poi ancora a Le Prese, Mondadizza, Grailè e Frontale per tornare a Silandro il 2 agosto. Ma in Valtellina rimangono ancora 450 uomini del 4°Corpo d’Armata Alpino, riuniti in un reparto di formazione comprendente i genieri dei battaglioni “Orta” e “Iseo”, la compagnia controcarri della Brigata Orobica e una compagnia del battaglione “Tirano” di Malles Venosta. Per gli artiglieri del Bergamo si è trattato di un lavoro notevolissimo, eppure prestato senza troppo chiasso, con generosità e grande determinazione; per tutti ora è più chiaro il perché di un anno di servizio militare. Sono le conclusioni degli Alpini Umberto Tecchiati e Caporale Claudio Matrici, protagonisti in questa indimenticabile estate del 1987: anche grazie a loro la Valtellina tornò alla normalità.

Alla annuale assemblea del 1988 è presente il Presidente Nazionale Nardo Caprioli a ribadire la solidarietà alpina e l’esigenza di incrementare sensibilità e proseliti verso la Protezione Civile, essenziale riferimento dell’attività alpina. Il nucleo di Protezione Civile sezionale, in fase di consolidamento, coordinato da Carlo Cassani e Gianfranco Nesina, partecipa attivamente alle esercitazioni di Reggio Emilia e Villafranca traendo validi spunti organizzativi.
Il 1989 si apre con il botto del 54° Campionato Nazionale di Fondo sulle nevi di Isolaccia Valdidentro che richiama atleti di ventisei Sezioni, prosegue con il riuscito Raduno del 5° Alpini e 2° Art. da Mont. a Bormio e si chiude con una solenne cerimonia a Chiesa Valmalenco per benedire il maestoso campanile del Santuario degli Alpini frutto di un tenace lavoro che ha visto protagoniste le penne nere malenche. Il congedo del Presidente Gino Azzola, affaticato da anni di intenso lavoro corredati da qualche grana da grattare e da qualche acciacco dovuto alla gioventù che scappa. Ne rileva il ruolo Angelo Bonomi, dinamico e scalpitante caiulat che prende le misure per nuove iniziative ed una migliore organizzazione della Sezione.

Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Non è possibile inserire commenti.